domenica 24 febbraio 2013

Sony annuncia la Playstation 4

Monta una CPU con 8 core, un controller rinnovato, sensore di movimento e si integra con Facebook.



È per lo meno sin dal 2009 che si parla della PlayStation 4, prossima consolo di Sony; ora, finalmente, le voci stanno per diventare realtà.

Durante un evento per la stampa, il gigante giapponese ha rivelato non la console in sé, ma il controller, ma ha anche annunciato che vedremo sugli scaffali la PlayStation 4 in tempo per gli acquisti natalizi.

Il comunicato rilasciato da Sony ha poi permesso di dare un'occhiata alle specifiche della nuova console: sarà basata un una CPU 8 core Jaguar a 64 bit, compatibile con il set di istruzioni x86, realizzata da AMD; la GPU sarà una Radeon in grado di raggiungere 1,84 TFLOPS.

Ci sarà anche un lettore Blu-ray 6x (nonostante molti, in passato, avessero scommesso sulla scomparsa delle periferiche ottiche) mentre la RAM, unificata, consisterà in 8 Gbyte di GDDR 5, per una larghezza di banda pari a 176 Gbyte/s.

Non mancheranno poi il supporto a Wi-Fi 802.11, USB 3.0, Bluetooth 2.1, HDMI, uscita ottica e anche un'uscita AV.

Le novità riguarderanno anche il software: il PSN, ormai diventato Sony Entertainment Network, permetterà la chat cross-game e gli account potranno essere collegati a Facebook.

In tempi di cloud computing massiccio, non mancherà la possibilità del cloud gaming e di approfittare di esperienze di gioco condivise.


Il controller rivelato da Sony si chiama DualShock 4 e vanta un nuovo design. Integra un touchpad, un jack per le cuffie, un pulsante Share e una videocamera che permette di tracciare la posizione del controller.

Il pulsante Share, di cui Sony va particolarmente orgogliosa, permetterà ai giocatori di condividere videoclip e screenshot dei giochi su Ustream, Facebook, e il SEN.

La PlayStation 4 disporrà poi del PlayStation Eye, un sensore ottico che per molti versi ricorda il Kinect di Microsoft: costituito da due videocamere da 1280x800 pixel e quattro microfoni, dispone di un angolo di visione di 85 gradi e promette di offrire le funzionalità di riconoscimento facciale e supporto migliorato al PlayStation Move (il controller a forma di gelato della PS3).


Una barra di LED colorati sul DualShock 4 permetterà al PlayStation Eye di riconoscere i singoli giocatori, mentre i microfoni - pare - permetteranno di controllare la console con la voce. 





Il NAVSOP manderà in pensione il GPS

Un nuovo sistema di localizzazione si dimostra più affidabile e preciso del popolare GPS.


 BAE Systems, azienda inglese specializzata nella produzione di sistemi di localizzazione di tipo sperimentale, ha annunciato di aver messo a punto un nuovo sistema di localizzazione, il NAVSOP (Navigation via Signal of Opportunity).

Tale soluzione abbandona le tecniche di localizzazione attraverso il satellite per utilizzare in forma coordinata i sistemi diversi di comunicazione disponibili - come Wi-Fi, TV e reti di telefonia mobile - e offre con possibilità di individuare la posizione dell’utente con uno scarto di alcuni metri.

Destinato secondo il costruttore a sostituire o integrare le tecnologie correnti di individuazione (primo tra tutti il GPS), ha il vantaggio di permettere di abbandonare nel tempo proprio la comunicazione satellitare che si è dimostrata spesso vulnerabile e temporaneamente non disponibile.








Nelle sperimentazioni il NAVSOP si è dimostrato capace di resistere a operazioni di interferenza esterna, ivi compresi il jamming e lo spoofing.


L'affidabilità del sistema, capace di funzionare anche dove la precisione del GPS si riduce, si è dimostrata attendibile leggendo segnali in dense aree urbane e all’interno di costruzioni.

Inoltre funziona anche in parti del mondo remote, come le zone artiche, grazie anche al fatto di potersi affiancare agli attuali sistemi, migliorando notevolmente proprio le performance del GPS.


Il dottor Ramsey Faragher, capo del progetto alla BAE, ha evidenziato in una conferenza stampa le possibilità di applicazione - soprattutto in campo militare - del sistema, la cui messa a punto e i cui particolari erano già stati illustrati alle sfere militari fin dall’aprile scorso.

Tramite il NAVSOP sarebbe possibile monitorare, ad esempio, il movimento di truppe in dense aree urbane o in località remote. Ancora, il sistema troverebbe una efficace applicabilità nella gestione dei droni UAV (Unmanned Aerial Vehicles) controllati da remoto che, in particolari circostanze, si sono dimostrati vulnerabili ai sistemi di difesa i nemici.

Nel campo civile il sistema troverebbe applicazione in diverse aree quali la localizzazione di operatori smarritisi in località non coperte da GPS o l’individuazione di superstiti in caso disastri naturali o in incidenti.

Il prototipo, presentato all’area civile la settimana scorsa, ha le dimensioni di un grosso libro ma il produttore ha assicurato che in caso di fabbricazione in serie potrebbe ridursi in dimensioni a quelle di una grossa moneta.

sabato 23 febbraio 2013

Arriva Firefox 19, legge anche i PDF

La versione 19 di Firefox è da qualche ora disponibile per il download.

Al di là della correzione di alcuni bug (in particolare due che rallentavano il lancio del browser) e l'aggiunta del supporto a nuovi elementi di HTML 5 e CSS 3, la vera caratteristica interessante di questo rilascio è il lettore integrato di PDF.

L'intento più recente di Mozilla è infatti la riduzione al minimo dei plugin esterni necessari: una mossa se vogliamo curiosa per un browser che ha inizialmente guadagnato popolarità proprio grazie alla possibilità di aggiungere estensioni ma che trova la propria ragion d'essere nell'attenzione alla sicurezza.

Per Firefox 19 Mozilla ha realizzato in Javascript la libreria PDF.js, che converte i file realizzati nel popolare formato in pagine HTML 5, mantenendo ovviamente il layout.

Questo strumento, in realtà, era presente già da tempo nel browser, ma finora andava attivato manualmente; ora che il suo sviluppo si può considerare completato, è stato attivato per tutti.

In contemporanea alla versione desktop, Mozilla ha rilasciato anche l'ultimo aggiornamento di Firefox per Android che, rispetto ai predecessori, mostra un incremento sensibile delle prestazioni grazie ai miglioramenti apportati al codice.

Tali miglioramenti hanno permesso anche di abbassare i requisiti minimi necessari per poter installare Firefox per Android: ora è necessaria una CPU a 600 MHz, il che consente al browser di funzionare «su oltre 15 milioni di dispositivi» come ha sottolineato Mozilla. 


Google Project Glass, occhiali fantascientifici da 1500 dollari

Ora gli sviluppatori possono ordinare Project Glass e relativo SDK per 1500 dollari. Le consegne sono previste per l'inizio dell'anno prossimo, e qualche mese dopo il prodotto potrebbe essere in vendita per tutti.

 

 

 

Google ieri ha presentato anche Project Glass, cioè gli occhiali interattivi che promettono di fondere mondo virtuale e reale senza soluzione di continuità. E lo ha fatto in grande stile, con una squadra di paracadutisti che si sono lanciati da un aereo, per poi passare alla bicicletta e animare l'interno del centro congressi.
Gli sviluppatori potranno averne un campione per 1500 dollari, insieme al software di sviluppo (SDK). Al momento questi occhiali tuttavia non sono un prodotto per il mercato di massa, né si avvicinano a ciò che dovrebbero essere in teoria.  Per ora infatti niente realtà aumentata, ma  fotografie e video in streaming, e poco altro: ciò che abbiamo visto ieri sera in effetti è un'action camera molto evoluta, leggera e comoda da portare, e capace di trasmettere i dati in streaming.


Google Project Glass

Dal punto di vista hardware abbiamo i sensori tipici di uno smartphone, microfono, videocamera , e probabilmente Bluetooth. Quest'ultimo serve a collegarsi con uno smartphone per comunicare direttamente o per il tethering, perché non c'è connessione 3G. Completano il quadro il controllo vocale e uno schermo trasparente nella lente.
Secondo molti osservatori Project Glass è in effetti il primo indizio di come sarà la tecnologia personale del prossimo futuro. Questi occhiali faranno parte della nostra vita quotidiana, e il loro apporto tecnologico diventerà una costante; in confronto, oggi "guardiamo" lo smartphone solo di tanto in tanto in tanto, ma per la maggior parte del tempo la nostra vita è senza tecnologia.


http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=uh-liQDE3cM#!


Invece porteremo questi occhiali sempre (Google ne farà anche con lenti graduate), e in ogni momento potremo consultare informazioni personali, fare ricerche, "aumentare la realtà", rispondere a un SMS, fare una chiamata al telefono o semplicemente scattare una fotografia . Questa è la visione di Google, qualcosa che francamente si avvicina e persino supera alcuni scenari fantascientifici.
Google Project Glass, occhialini per realtà aumentata - PR
 
 
Google Project Glass, occhialini per realtà aumentata - PR 1 Google Project Glass, occhialini per realtà aumentata - PR 2 Google Project Glass, occhialini per realtà aumentata - PR 3 Google Project Glass, occhialini per realtà aumentata - PR 4 Google Project Glass, occhialini per realtà aumentata - PR 5
 

Ci azzardiamo a sperare che tra 18 mesi, magari due anni, questi occhiali saranno completi e in commercio. Probabilmente all'inizio saranno molto costosi, soprattutto nell'ambito di un budget hi-tech. Il tempo per mettere monetine nel salvadanaio però non manca, se volete; e quando li avrete vi renderete conto che fingersi Vegeta non ha prezzo.

 

Pagamenti con gli smartphone: boom in Italia

L'Osservatorio NFC & Mobile Payment del Politecnico di Milano ha rilevato il successo dei pagamenti mobili. Le transazioni sono passate da 700 milioni di euro del 2011 a 900 milioni del 2012.

 

 

In Italia i pagamenti mobili tramite smartphone stanno avendo davvero successo. Secondo l'Osservatorio NFC & Mobile Payment del Politecnico di Milano le transazioni sono passate dai 700 milioni di euro del 2011 ai 900 milioni del 2012. Il tutto si deve all'avvento anche dei terminali e POS NFC (Near Field Communication), senza contare le 2 milioni di carte di pagamento contactless già emesse.
"Alla base della diffusione del Mobile Payment in Italia ci sono tre fattori chiave", si legge nel documento. Il primo senza dubbio è legato alla crescita del 20% dei servizi che consentono di completare gli acquisti online attraverso il telefono cellulare. Si pensi ad esempio al pagamento dei bollettini postali, dei parcheggi e delle corse in autobus.


contactless

Il secondo riguarda la possibilità di usufruire dei servizi contactless come se fossero un Bancomat grazie all'intesa operativa raggiunta da Telecom Italia,Vodafone, Wind, H3g e Poste Mobile. Infine la legislazione (SalvaItalia e Sviluppo-bis) che incentiva l’uso dei pagamenti elettronici.
Non a caso dei 900 milioni di euro di transazioni, ben 470 milioni derivano dall'utilizzo del Mobile Payment per l'acquisto dei contenuti digitali per gli smartphone. "In crescita del 15% rispetto al 2011: gli italiani abbandonano infatti l’acquisto di contenuti tramite SMS (in calo del 12%) ma si rivolgono agli appstore per effettuare acquisti di app, in crescita del 20%", prosegue la nota.
"L'utilizzo del Mobile Remote Payment & Commerce per beni e servizi registra invece una straordinaria crescita del 60% raggiungendo un valore di circa 310 milioni di euro".


Mobile payment

La killer application per il momento è rappresentata dal pagamento in mobilità: ovvero delle soste, dei biglietti del trasporto pubblico locale, e di taxi, car&bike sharing e ZTL. Si stima che siano oltre 700.000 le ore di parcheggio pagate dagli italiani attraverso il cellulare, oltre 600.000 i biglietti di corsa semplice e qualche migliaio le ricariche degli abbonamenti per il trasporto pubblico locale attivate da Mobile, mentre le corse di taxi pagate con cellulare sono quasi 10.000. Per un totale di oltre 1 milione di transazioni di piccolo importo.
"Focalizzando la nostra attenzione sulla variante NFC Card Present, abbiamo misurato gli asset essenziali su cui, già adesso, si può contare in Italia”, affermano Valeria Portale e Giovanni Miragliotta, Responsabili dell’Osservatorio NFC & Mobile Payment. “
"A fine 2012 vi erano circa 30.000 terminali POS NFC attivi, partendo dai circa 5.000 del 2011, e gli impegni già assunti dagli attori dell'ecosistema portano a stime conservative, per fine 2013, di oltre 170.000 POS operativi (più del 10% del totale)", sottolineano Valeria Portale e Giovanni Miragliotta, Responsabili dell'Osservatorio NFC & Mobile Payment.
"Sempre a fine 2012 si contavano circa 2,5 milioni di telefoni NFC già venduti che, secondo le nostre stime più conservative (in termini di spesa pro-capite per la sostituzione del parco telefoni e di scelta di Apple per il prossimo iphone) diverranno circa 6,0 milioni a fine 2013. Sono passi da gigante, se si considera la scala temporale su cui sono misurati, che ci portano a dire che in Italia, ma anche in Europa, il punto angoloso della curva di diffusione dell'NFC è alle nostre spalle".
Tutto questo vuol dire che entro il 2016 il valore dei pagamenti mediante Mobile Proximity Payment sarà di circa 4,7 miliardi di euro, dei quali 1,5 miliardi verranno effettuati nei micro-pagamenti.

 

giovedì 21 febbraio 2013

I’m Watch: prova dell’orologio Android con il nuovo aggiornamento software



I'm Watch è frutto di un progetto tutto italiano partito con delle premesse molto interessanti e che sta entrando sempre più nel vivo, grazie al rinnovato impegno di i'm SPA per  migliorare lo smartwatch. i'm Watch è tornato sotto i riflettori in occasione del CES 2013 di Las Vegas, nel corso del quale è stata presentata dall'azienda produttrice la nuova versione del sistema operativo i'm Droid dedicato ad i'm Watch, unitamente ad i'm Here, un compatto geolocalizzatore dotato di modulo GPS e connettività GSM.
La presentazione di I'm Droid 2, la nuova major release dell'OS utilizzato dal terminale, rappresenta una buona occasione per tornare a provare i'm Watch, che, in prima battuta, appare un dispositivo ancora più maturo rispetto a quello che avevamo conosciuto in passato.


PRIMO CONTATTO E OPERAZIONI DI CONFIGURAZIONE PRELIMINARI
I'm Watch viene commercializzato con una confezione compatta, all'interno della quale si trova la manualistica e il cavo per effettuare la ricarica e per il trasferimento dei dati. E' utile  ricordare che i'm Watch viene gestito dal PC, come una tradizionale unità di memoria di massa, esattamente come avviene con un qualsiasi altro dispositivo Android e potrà essere in tal modo utilizzato per archiviare musica, foto e dati (la memoria interna è pari a 4GB). L'anima software è la stessa che muove gli smartphone che utilizzano la piattaforma mobile di Google, opportunamente adattata per l'integrazione in uno smartwatch.



Una volta acceso, il terminale, con una procedura guidata molto semplice, consente di selezionare le impostazioni di base. Dalle immancabili impostazioni della lingua e dell'ora, si passa alla calibrazione dei sensori di cui è dotato il terminale (accelerometro e bussola). Si tratta di operazioni che non venivano proposte con la precedente release software e che si possono compiere anche dopo la fase iniziale di configurazione.
La seconda operazione riguarda l'accoppiamento con lo smartphone tramite Bluetooth. Si tratta di un'operazione indispensabile se si vogliono sfruttare le potenzialità del dispositivo che da semplice orologio da polso si trasforma in un device più "intelligente". L'accoppiamento con uno smartphone (si può trattare di un terminale Android, così come di uno device iOS) consente ad I'm Watch di
  • Sfruttare il tethering Bluetooth per dialogare con la cloud i'm Cloud
  • Ricevere ed effettuare chiamate telefoniche
  • Importare nella memoria di i'm Watch la rubrica telefonica dello smartphone
  • Leggere gli SMS ricevuti dallo smartphone
  • Ricevere una serie di notifiche come quelle relative alle email, agli aggiornameti di Facebook, Twitter ed Instagram
I'M CLOUD, LA CLOUD DEDICATA ALLA GESTIONE DI I'M WATCH
La terza ed ultima operazione per i'm Watch al meglio riguarda la configurazione di i'm Cloud. La cloud dedicata ad i'm Watch è stata anch'essa perfezionata ed appare più efficiente rispetto al passato (può essere raggiunta collegandosi a questo indirizzo).



i'm Cloud è un componente essenziale dell'ecosistema di cui fa parte l'i'm Watch e contiene le opzioni necessarie per gestire i'market, lo store di applicazioni che, dopo il rilascio di i'm Droid 2, è finalmente attivo, i'music, che consente di scaricare brani sul device e può essere provato gratuitamente per un periodo di tempo limitato e i'm wallet, il portafoglio virtuale che potrà essere utilizzato per acquistare applicazioni, musica e i servizi di geolocalizzazione che fanno capo ad I'm Here.
La sezione "Devices" di i'm Cloud permette di configurare tutte le applicazioni che si trovano preinstallate nello smartwatch. A tal proposito, chiariamo che molte applicazioni non possono funzionare correttamente senza la configurazione effettuata tramite cloud. Tra quelle preinstallate che necessitano una configurazione remota figurano, ad esempio, i'm FB e i'm Tweet dedicate alla gestione rispettivamente delle notifiche di Facebook e Twitter.
L'attivazione dello store è una nota positiva e le nuove applicazioni contribuiscono ad ampliare le potenzialità di i'm Watch. Troviamo già preinstallata una nuova bussola, che sfrutta il sensore dedicato presente nel device, i'moticon, per scambiare emoticon con gli altri utenti i'm watch presenti in rubrica, ed è possibile scaricare da i'market un'utile app per monitorare la batteria, un cronometro, un'app per gestire la lista della spesa, una torcia ed altre interessanti applicazioni per un totale che, al momento, ammonta poco più di trenta (molte delle quali gratuite).


Il market potrebbe rappresentare, se opportunamente supportato, un'importante valvola di sfogo per lo smartwatch di i'm SPA, che potrebbe ampliare ulteriormente le feature integrate nel terminale con la collaborazione degli sviluppatori.
Precisiamo che il client di i'm market installato nello smartwatch non funziona in maniera stand-alone: la scelta delle applicazioni, l'installazione e la successiva disinstallazione passa sempre attraverso la cloud. Lanciando l'applicazione i'm market sullo smartwatch, dopo la sincronizzazione con la cloud, verrà visualizzata la lista delle app da installare e si potrà portare a termine l'operazione, sempre sfruttando il tethering Bluetooth.
UTILIZZO
Sin qui ci siamo occupati di illustrare quali sono le fasi iniziali di configurazione e l'importante ruolo di i'm Cloud per gestire al meglio lo smartphone. Lecito a questo punto chiedersi quali sono le impressioni ricevute durante l'utilizzo del terminale.


Dal punto di vista della costruzione possiamo dire di essere soddisfatti. Valutato come orologio, i'm Watch, che abbiamo provato nella versione i'm color, appare come un modello sportivo e ben rifinito. La cassa in alluminio consente di contenere il peso entro i 100 grammi e, durante l'utilizzo, non abbiamo avvertito come fastidiosa la presenza di i'm Watch al polso. Precisiamo che, personalmente, apprezziamo orologi tradizionali con dimensioni "importanti". La valutazione potrebbe variare a seconda delle preferenze personali degli utenti naturalmente.




Le specifiche tecniche di i'm Watch fanno riferimento a:

Il display da 1.54" con risoluzione da 240×240 pixel ha una luminosità sufficiente a non rendere proibitiva la lettura in esterna. L'efficienza del touch di tipo capacitivo è assecondata dalla curvatura del display che rende le operazioni di controllo della UI ancor più agevoli. Oltre al touchscreen, per controllare la UI, si ricorre all'unico tasto fisico che svolge la funzione del tasto "back" dei dispositivi Android (eseguibile anche tramite swipe dall'angolo in basso a sinistra verso quello in alto a destra), serve per riattivare il device dallo stato di stand-by e, tramite la pressione prolungata, per spegnere il dispositivo e per entrare nella recovery (ved. schermata che segue).


L'interfaccia grafica di i'm Watch ha ricevuto un importante restyling con i'm Droid 2. La schermata principale contiene le indicazioni delle previsioni meteo (anch'esso da gestire tramite i'm Cloud e il tethering Bluetooth), l'ora e la data e tre icone per l'attivazione rapida delle applicazioni corrispondenti (le singole applicazioni possono esssere selzionate tramite una pressione prolungata sull'icona corrispondente e la scelta dell'app preferita effettuata tramite menu contestuale).
Uno swipe da sinistra a destra permette di accedere alla schermata con quattro icone: impostazioni, Bluetooth, orologio e registro chiamate. Uno swipe da destra verso sinistra permette di accedere alla lista di tutte le applicazioni che, con i'm Droid 2, è diventata scorrevole in verticale e non in orizzontale.


Da ultimo non manca, come ogni sistema operativo Android, la zona delle notifiche che contiene, a sua volta, altre quattro icone: una dedicata alla gestione dell'altoparlante esterno, la seconda per accedere ancora una volta alle impostazioni, una terza effettuare il refresh manuale di i'm Cloud e l'ultima per cancellare le notifiche che verranno visualizzate nella zona sottostante, così come solitamente avviene con le notifiche dei terminali Android.


Nell'utilizzo quotidiano non si notano particolari ritardi nella gestione della UI che, a voler sottilizzare, presenta in ogni caso degli ulteriori margini di miglioramento dal punto di vista della fluidità (ricordiamo in ogni caso che si tratta pur sempre di un orologio che, per quanto "smart", non è certo un potente Android phone quad-core).
Sono quattro le attività eseguibili dopo aver collegato i'm watch via Bluetooth allo smartphone che vengono pubblicizzate con un certa enfasi da i'm SPA: vivavoce, SMS, email e appuntamenti. Con un certo entusiasmo abbiamo quindi esplorato le varie possibilità offerte dal terminale, che abbiamo inizialmente accoppiato al nostro HTC One X aggiornato a Jelly Bean e, successivamente, per sgombrare il campo da dubbi su un comportamento legato al nostro modello, anche con un Xperia mini dotato del sistema operativo Android ICS.
I risultati delle nostre prove in uno scenario di utilizzo reale hanno evidenziato le seguenti conclusioni:
VIVAVOCE. La conversazione telefonica presenta, anche con la nuova release software di i'm Watch, delle incertezze a tratti eccessive che penalizzano la piacevolezza d'uso. La possibilità di avviare la chiamata dallo smartwatch è reale, funziona bene ed è potenzialmente utile, ma l'efficienza pratica con i terminali utilizzati nelle nostre preve la rende non ancora del tutto soddisfacente, soprattutto a causa di un'apparente instabilità della connessione Bluetooth.
Altrettanto interessante è la possibilità di essere avvisati della chiamata ricevuta tramite la suoneria di i'm Watch. Anche in questo caso, tuttavia, si tratta di una potenzialità non perfettamente realizzata. Tenere in tasca lo smartphone o tenere lo smartwatch al polso in ambienti rumorosi è una situazione sostanzialmente equivalente. Diverso sarebbe stata la valutazione se i'm watch avesse supportato la vibrazione (comprendiamo in ogni caso le difficoltà di integrare un motore di vibrazione in uno smartwatch).

SMS. Il nostro test da questo punto di vista si esaurisce molto rapidamente. i'm watch ci informa che il nostro device non supporta il profilo Bluetooth necessario per visualizzare gli SMS, quindi  abbiamo dovuto  rinunciare molto presto a tale feature.

EMAIL ed APPUNTAMENTI. La notifica delle email e degli appuntamenti funziona senza problemi ed è molto comodo visualizzare l'anteprima del messaggio di posta senza essere costretti ad estrarre dalla tasca lo smartphone. Provando ad aprire la mail con un tap, in ogni caso,l'i'm watch restituisce un messaggio relativo alle eccessive dimensioni della mail. Precisiamo che bisogna rinunciare alla modalità push alla quale siamo abituati con i nostri Android e con iOS. Gli aggiornamenti da iCloud avvengono ad intervalli minimi di 15 minuti, salvo che non si scelga di verifcare manualmente la presenza di aggiornamenti.


Le restanti applicazioni, dopo la configurazione tramite iCloud, funzionano bene. Gli aggiornamenti dei nostri contatti di Twitter arrivano correttamente e risulta utile scorrere la lista delle ultime news (anch'esse esaminabili sotto forma di anteprima e non completamente).


Per quanto riguarda l'autonomia del terminale, nelle nostre prove, lasciando sempre attiva la connessione Bluetooth tra i'm watch e lo smartphone siamo riusciti ad arrivare a fine giornata, sfruttando prevalentemente la possibilità di ricevere le notifiche delle mail e dei nostri social network. i'm Droid 2 integra la funzionalità Smart Tethering che cerca di contenere i consumi attivando il tethering Bluetooth solo quando necessario. Naturalmente a fine giornata avremo un altro oggetto da caricare e, nel frattempo, anche la batteria del nostro smartphone risentirà della connessione Bluetooh sempre attiva.
CONCLUSIONI
Il passo in avanti compiuto da i'm Watch con i'm Droid 2, la cloud ancora più efficiente, lo store di applicazioni e, parallelamente, la crescita dell'ecosistema che i'm SPA è intenzionata a creare sono apprezzabili.
Gli appassionati di prodotti hi-tech difficilmente non restano affascinati dalle potenzialità degli smartwatch che sembrano precorrere il futuro, dando un nuova dimensione ad attività che sino ad ora sono state compiute con lo smartphone. E' impossibile, infatti, restare del tutto impassibili di fronte all'idea di gestire le chiamate, i messaggi , la posta, i social network con il proprio orologio da polso. Come emerso nelle nostre prove, tuttavia, prima di raggiungere tale traguardo con la stessa "naturalezza" che contraddistingue lo svolgimento dellle medesime operazioni compiute con lo smartphone, saranno necessari ulteriori affinamenti della tecnologia impiegata. Encomiabile in ogni caso la voglia di i'm SPA di provare ad anticipare il futuro.
i'm Watch, al momento, deve essere considerato un orologio evoluto, un player MP3 da polso, mentre sorvoliamo sulla possibilità di considerarlo un visualizzatore di foto, viste le dimensioni del display (l'applicazione in ogni caso è presente). i'm Watch deve essere valutato, inoltre, come un device che ha la possibilità di dialogare con gli smartphone tramite Bluetooth, piuttosto che come un dispositivo del tutto stand-alone che comunica con il web. E' bene riflettere su tale aspetto per evitare delusioni dopo l'acquisto. Proprio partendo da questo punto di vista, è lecito chiedersi se il prezzo di 299 euro del modello base sia congruo rispetto a quello che offre.


Il nostro giudizio finale non vuole essere tuttavia definitivo. Grazie all'utilizzo del sistema operativo Android, infatti, le possibilità di ulteriore evoluzione e di ampliamento delle funzionalità non mancano, come dimostrato da i'm Droid 2, che ha apportato un miglioramento importante alla piattaforma. Sarebbe inoltre ingiusto non sottolineare che, grazie all'integrazione di i'm market, il ristretto numero di attività che era possibile compiere con il device si è già espanso ed ha la possibilità di espandersi ulteriormente.
Tenuto conto che i'm SPA ha già annunciato che ulteriori novità relative ad i'm Droid 2 verranno presentate al prossimo Mobile World Congress di Barcellona, possiamo concludere che il progetto i'm Watch appare ancora vivo ed attuale e che, naturalmente, continueremo a seguirlo anche nelle prossime settimane.