mercoledì 30 settembre 2009

Palm Pixi, un Pre in formato ridotto

Più compatto e meno costoso del fratello maggiore, Pixi offre il sistema operativo WebOS e schermo multitouch. Manca però della connettività Wi-Fi.


Palm Pixi fratello minore di Pre WebOS senza Wi-Fi

Il Palm Pre ha un fratello minore: si chiama Pixi e si presenta più compatto ed economico (anche se il prezzo ufficiale ancora non è stato rivelato) rispetto al modello precedente.

Dotato del sistema operativo WebOS, Pixi dispone di uno schermo multitouch da 2,63 pollici in grado di offrire una risoluzione di 320x400 pixel e di una tastiera completa Qwerty.

All'interno si trova il processore Qualcomm Msm7627 (leggermente meno potente di quello usato dal Pre), accompagnato da 8 Gbyte di spazio di memorizzazione, modulo Gps, accelerometro e due sensori: quello di prossimità e quello di luminosità.

L'immancabile fotocamera arriva a 2 megapixel ed è dotata di flash. Per quanto riguarda la connettività, sono supportati Bluetooth 2.1 e Umts ma manca il Wi-Fi.

Il tutto è contenuto all'interno di un corpo che misura 111 x 55 x 10,85 millimetri e pesa 99,5 grammi.

Il Palm Pixi sarà in vendita entro Natale 2009 negli Stati Uniti (in esclusiva con l'operatore Sprint Nextel) mentre ancora non ci sono informazioni circa una sua commercializzazione in Europa.

lunedì 28 settembre 2009

UE: metà dei siti di e-commerce è irregolare

Il 55% dei siti che vendono elettronica di consumo non rispetta le normative europee per la tutela dei consumatori.


UE 55% siti e-commerce elettronica irregolari

Un'indagine promossa dall'Unione Europea sui siti Web che vendono prodotti di elettronica di consumo ha portato a risultati piuttosto sconfortanti per gli acquirenti: ben il 55% dei siti esaminati presenta irregolarità rispetto alle normative europee.

L'Europa ha preso in esame 200 tra i "principali siti web che vendono apparecchiature elettroniche" e "più di 100 siti web su cui i reclami dei consumatori avevano richiamato l'attenzione", come si legge nel rapporto, per un totale di 369 casi esaminati.

Scopo dell'indagine era capire se i siti fossero conformi alle norme europee in tre ambiti: la presenza di informazioni complete per contattare il commerciante, la pubblicazione di informazioni chiare sull'offerta (in particolare una chiara descrizione del prodotto e il prezzo totale) e la visualizzazione di informazioni chiare sui diritti dei consumatori, come il diritto di recesso entro 7 giorni senza la necessità di fornire una motivazione.

In più della metà dei casi (il 55%) sono state riscontrate irregolarità che attualmente sono oggetto di indagini ulteriori.

Dei siti segnalati come irregolari, il 66% fornisce informazioni fuorvianti sui diritti dei consumatori, per esempio negando la possibilità di restituire il prodotto o facendo credere che sia possibile ottenere un rimborso soltanto sotto forma di buono acquisto.

Il 45% dei siti problematici, poi, fornisce informazioni fuorvianti sul prezzo totale, celando abilmente fino all'ultimo i costi extra di consegna.

Infine, il 33% dei siti non mette o mette in forma incompleta le informazioni per contattare il commerciante, così che in caso di problemi gli acquirenti non sappiano a chi rivolgersi.

Ora che i problemi sono venuti alla luce, il Commissario europeo responsabile per i consumatori, Meglena Kuneva, si aspetta che i siti con problemi regolarizzino la propria posizione; se non lo faranno partirà un'azione legale con conseguenze che andranno da sanzioni pecuniarie fino alla chiusura dei siti.

Entro la metà del 2010 l'Europa renderà noti i risultati di questa campagna.

domenica 27 settembre 2009

Steve Jobs presenta gli iPod Nano con videocamera

l Ceo è tornato sul palco per presentare la nuova linea di lettori multimediali e la versione 9 di iTunes.


Steve Jobs Apple iPod Nano videocamera radio FM

Ora è ufficiale: dopo l'evento del 9 settembre si può dire che Steve Jobs è davvero tornato al suo posto dopo il trapianto di fegato e la convalescenza da cui era rientrato part-time nel giugno scorso.

Come ci si aspettava, cuore della conferenza stampa di mercoledì 9 è stata la presentazione degli ultimi modelli ipod, i lettori musicali che dal 2001 sono stati venduti in 225 milioni di esemplari.

La prima sorpresa riguarda il nonno di tutti gli iPod, il Classic: nonostante periodicamente qualcuno lo dia per spacciato, Apple ha deciso di mantenerlo in produzione aumentandone le dimensioni del disco che passa da 120 a 160 Gbyte.

L'iPod Touch si avvicina al fratello iPhone 3GS per quanto riguarda l'hardware, adottandone lo stesso processore e il relativo aumento di prestazioni, oltre allo schermo in vetro. Scomparsa la versione da 16 Gbyte, restano in commercio quelle da 8, 32 e 64 Gbyte, vendute a 189, 279 e 369 euro.

Il più piccolo della famiglia, l'iPod Shuffle, guadagna nuovi colori (blu, verde e rosa oltre ai già noti nero e argento) e aumenta la propria capacità di memorizzazione, presentandosi in versione da 2 o da 4 Gbyte al prezzo di 55 e 75 euro rispettivamente.

Trovare lavoro coi social network

Oltre oceano quasi la metà dei responsabili delle risorse umane consulta regolarmente i social network per vagliare le domande di assunzione.


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Facebook si è proposto ripetutamente agli onori della cronaca per avere causato un po' ovunque licenziamenti in tronco di dipendenti pubblici e privati, di volta in volta accusati di dedicare troppo tempo al networking oppure al contrario di avere, anche solo occasionalemte, espresso giudizi poco lusinghieri sul management o sull'organizzazione aziendale.

Ma secondo un recente sondaggio commissionato da CareerBuilder a Harris Interactive, nota multinazionale ricercatrice di mercato e specializzata in inchieste telefoniche, i maggiori siti di aggregazione sociale sono sempre di più passati al vaglio dai responsabili delle assunzioni, dai capi del personale e in genere da tutti coloro che hanno responsabilità nella gestione delle risorse umane.

Scopo delle "indagini" sarebbe non tanto il desiderio di cercare ed espellere le eventuali "mele marce" quanto il desiderio di scoprire quanto più possibile riguardo alla sfera privata dei possibili futuri dipendenti.

Il fenomento sta assumendo dimensioni impensabili e pare - anche se il condizionale è d'obbligo - che sia già sbarcato in Europa; resta il fatto che al sondaggio oltre il 45% dei responsabili delle risorse umane ha risposto affermando di consultare regolarmente Facebook, MySpace e LinkedIn per farsi un'opinione dei candidati all'impiego, e che circa un terzo di essi sono stati preventivamente scartati in ragione del contenuto delle pagine personali sul network.

Tra le cause più frequenti le dichiarazioni relative all'assunzione di droghe e alcoolici, la pubblicazione di fotografie "inappropriate" o semplicemente l'impressione di essere socialmente poco integrati; d'altro canto CareerBuilder, forse anche per timore di perdere consensi e clientela, incoraggia l'uso delle reti sociali affermando che "almeno parte delle assunzioni si sono verificate per merito delle informazioni" ivi reperite.

La notizia nel complesso lascia un po' d'amaro in bocca e conferma una volta ancora l'effetto di "spersonalizzazione" indotto dall'uso distorto dell'Internet. Infatti le proposte lavorative sembrerebbero sempre meno legate all'esperienza professionale e all'intervista personale con un reclutatore esperto, a favore della massima semplificazione a costi nulli prendendo per buona un'immagine di sè di solito falsata dal momento psicologico in cui è stata consegnata all'eternità virtuale.

Firefox segnalerà gli aggiornamenti di Flash

Se la versione di Adobe Flash presente sul Pc contiene vulnerabilità, il browser inviterà l'utente a scaricare una nuova versione.

[ZEUS News - www.zeusnews.com - 08-09-2009]

Firefox avvisa aggiornamenti Flash

Secondo alcune stime, Adobe Flash è installato sui computer del 99% dei navigatori. Stando ai dati di Trusteer - società che si occupa di sicurezza - circa l'80% degli utenti di Pc non ha ancora installato gli aggiornamenti di sicurezza dei propri software a due settimane dal loro rilascio.

Questi due dati, presi insieme, mostrano come molti utenti navighino in Internet senza le adeguate protezioni: Flash è dappertutto, ma spesso non è aggiornato e quindi è vulnerabile a un attacco.

Mozilla ha deciso di occuparsi della difesa degli utenti di Firefox integrando nelle prossime versioni del browser - la 3.0.14 e la 3.5.3, entrambe attualmente in beta - un controllo sull'aggiornamento di Flash.

Ogni volta che Firefox controllerà la presenza di aggiornamenti per sé stesso compirà la medesima operazione per il software di Adobe e segnalerà all'utente l'eventuale necessità di installare un update, fornendo un link.

sabato 26 settembre 2009

Intel presenta i Core i5 Lynnfield

Dedicati ai desktop di fascia media, supportano Pci Express 2 e Turbo Boost. Debuttano anche i primi i7 con HyperThreading.


Intel Core i5 i7 Lynnfield HyperThreading

Intel ha presentato due nuovi processori appartenenti alla famiglia Core i7 (per la fascia alta del mercato desktop) e i primi esemplari della famiglia Core i5 (per la fascia media del mercato desktop): tutti basati sull'architettura Nehalem, erano finora noti con il nome in codice di Lynnfield e usano il socket LGA 1156.

Queste Cpu sono già in commercio insieme al chipset P55 Express, anch'esso fresco di debutto, che è integrato su di un unico chip; le sue caratteristiche comprendono la possibilità di gestire fino a 8 porte Pci Express 2.0, 6 porte Sata con supporto Raid 0/1/5/10, 14 porte Usb 2.0.

Grazie alla tecnologia Turbo Boost (che aumenta le prestazioni senza aumentare i consumi) e ai miglioramenti nell'architettura, il risparmio energetico garantito da questi processori sarà sensibile, secondo le dichiarazioni di Intel.

I due Core i7 lavorano a una frequenza di 2,93 e 2,80 GHz rispettivamente, sono dotati di 4 core e di tecnologia HyperThreading; il processore Core i5 funziona invece a 2,66 GHz, ha 4 core ma non supporta l'HyperThreading.

Tutti integrano un controller di memoria compatibile con le Ram Ddr3 ma consentono al massimo configurazioni dual channel.

Il processore Core i5 dovrebbe costare intorno ai 200 dollari mentre i due Core i7 LGA 1156 avranno prezzi compresi tra i 285 e i 555 dollari.

L'Europa contro Google Books

Gli editori europei si oppongono e ripropongono il progetto Arrow. Una settimana di consultazioni per la Commissione Europea.


UE Fep Google Books accordo editori Arrow Reding\

L'accordo tra Google Books e gli editori americani "non costituisce una soluzione per l'Europa, non può essere applicato al territorio dell'Unione Europa e il suo ambito di applicazione non può essere esteso al di fuori degli Stati Uniti": sono categorici gli appartenenti alla Fep, la Federazione Europea degli Editori.

La Germania è stata la prima ad opporsi - proprio quando stava per essere ratificato da un giudice - all'accordo che consente a Google di digitalizzare i libri "orfani" garantendo un compenso ad autori ed editori.

Subito hanno seguito l'esempio dei colleghi tedeschi l'Italia, la Francia, l'Austria, la Norvegia e la Svezia e ora, con la presa di posizione della Fep, la situazione si fa ancora più complicata, almeno per Google.

Dal canto proprio, l'azienda di Mountain View ha cercato di dare un segnale di buona volontà decidendo di non includere nel servizio Books tutti quei libri che, pur essendo fuori commercio in America, restano in vendita nelle librerie europee.

La Fep ha sostanzialmente ignorato la proposta e rilanciato il progetto Arrow (Accessible Registries of Rights Information and Orphan Work), il cui coordinamento è affidato all'Associazione Italiana degli Editori.

Secondo gli editori europei Arrow è l'unico sistema per garantire "un beneficio per tutti: autori, editori, biblioteche".

L'Europa si è ufficialmente espressa per bocca dei Commissari Reding e McCreevy, dichiarando la digitalizzazione una "sfida economica e culturale" di cui discuteranno in settimana con tutti i soggetti coinvolti, dai detentori dei diritti alle associazioni dei consumatori.

L'obiettivo è cercare una "soluzione veramente europea nell'interesse dei consumatori europei": tutte queste ripetizioni dell'aggettivo "europeo" sembrano lasciare poco spazio all'americano Google Books, anche se la partita sembra per ora tutt'altro che chiusa.

venerdì 25 settembre 2009

Apple nel business delle suonerie

La vendita di una suoneria rende mediamente tre volte tanto rispetto a quella di un brano intero.


Apple business suonerie cellulari iPhone

Per mercoledì prossimo, 9 settembre, Apple ha indetto una conferenza stampa per fare degli annunci sulla maggior parte dei quali ancora non si sa nulla.

Qualcuno parla di una rinnovo della linea iPod con l'introduzione di modelli dotati di fotocamera da 3,2 megapixel.

Secondo fonti interne all'azienda, se tutto andrà bene quel giorno Apple annuncerà anche l'ingresso nel mercato delle suonerie per cellulari.

Già ora è possibile, per ogni utente di iPhone, crearsi gratuitamente la propria suoneria tramite iTunes partendo da una canzone.

Apple inizierà tuttavia a vendere brevi clip già pronte per essere usate come suoneria per entrare in un business che attualmente è molto più remunerativo della vendita di canzoni intere.

Tipicamente, negli Usa un brano è venduto a un prezzo che varia da 79 centesimi di dollaro a 1,29 dollari; il prezzo di una suoneria - ossia di pochi secondi di musica - si attesta intorno ai 3 dollari.

A guastare la festa di Apple ci sono però alcuni analisti; secondo i dati di Snl Kagan, infatti, il mercato delle suonerie è in netto calo: nel 2008 le vendite sarebbero scese del 24% rispetto all'anno precedente, facendo scendere gli incassi da 714 a 541 milioni di dollari.

Sony Ericsson e LG mostrano i loro Windows Phone

Xperia X2 e GM750 sono i due telefonini dotati di Windows Mobile 6.5 presentati all'Ifa di Berlino.


Sony Ericsson Xperia X2 LG GM750

Seguendo l'esempio di Htc, che haannunciato lo smartphone touch 2, Sony Ericsson e LG hanno presentato all'Ifa di Berlino i propri prodotti basati sul sistema operativo microsoft windows mobile 6.5 .

La soluzione di Sony Ericsson si chiama Xperia X2 e si pone come il successore del modello x1, anch'esso basato su Windows Mobile: il ventilato ritorno a Symbian, almeno per il momento, si fa dunque attendere.

Xperia X2 misura 110 x 54 x 16 millimetri e pesa 115 grammi; lo schermo, con diagonale da 3,2 pollici, raggiunge una risoluzione di 480 x 800 pixel.

La memoria interna del telefonino è di 110 MByte e può essere espansa fino a 16 Gbyte grazie a una scheda MicroSD o MicroSDHC.



Sony ha dotato il proprio smartphone di una tastiera Qwerty completa a scomparsa, alla quale si può accedere tenendo il dispositivo in orizzontale.

Debutta con questo modello la modalità Slide View, che raccoglie in un'unica schermata le attività più utilizzate insieme alla gestione dei messaggi e delle chiamate.

Xperia X2 supporta la connettività Hspa (7,2 Mbps in download e 2 Mbps in upload), Wi-Fi e Bluetooth; è dotato di modulo A-GPs, fotocamera da 8 megapixel e dispone di connessioni Usb, Tv e Dlna. Sarà disponibile nell'ultimo trimestre del 2009 a un prezzo ancora da definire.

LG ha presentato invece il modello GM750, che verrà ufficialmente lanciato in Europa il prossimo 6 ottobre in esclusiva con Vodafone fino a dicembre in sette Paesi, tra cui l'Italia.

Il GM750, sempre basato su Windows Mobile 6.5, utilizza l'interfaccia S-Class 3D su uno schermo con diagonale da 3 pollici con risoluzione di 480 x 800 pixel.



Per quanto riguarda la connettività è presente il supporto a Wi-Fi, Hspa e Bluetooth; la fotocamera è da 5 megapixel.

LG promette un accesso facilitato ai servizi offerti da Microsoft come il Windows Marketplace per il download delle applicazioni, la sincronizzazione con MyPhone ed Exchange, oltre che a tutti quelli della famiglia Windows Live.

Anche per questo smartphone il prezzo non è stato ancora rivelato.

Clampi, il trojan che attacca i conti online

Si installa sui Pc e ruba i codici di accesso a conti online, carte di credito e portali governativi. Sfrutta le falle in Flash e ActiveX.


Clampi trojan online banking

È in giro già dal 2007 e si è fatto finora conoscere con diversi nomi - Ligats, Llomo, Rscan - ma è adesso, con il nome di Clampi, che sta facendo i danni peggiori.

Clampi è un trojan che passa dai siti pericolosi al Pc sfruttando le falle presenti nelle versioni vulnerabili dei plugin Flash e ActiveX.

Il suo periodo di gloria è iniziato alla fine di luglio, quando si stimava che avesse già infettato centinaia di migliaia di computer con Windows; da allora non ha fatto altro che diffondersi e mirare ai dati di accesso alle banche online.

I ricercatori che gli danno la caccia - alle dipendenze delle software house che si occupano di sicurezza - ritengono probabile che i suoi creatori risiedano nell'Europa dell'est e invitano a non fidarsi ciecamente dell'antivirus, credendo di essere protetti.

Spesso le firme vengono realizzate in ritardo, di giorni o addirittura di settimane, perché non è sempre agevole mettere le mani sull'ultimo esemplare di un trojan come Clampi. Per questo è importante che tutti i software presenti sul Pc - e non solo l'antivirus - siano aggiornati.

Quando Clampi infetta un computer cerca di diffondersi all'interno della rete locale di cui questo fa parte, offrendo inoltre ai propri creatori i servizi di proxy anonimo.

A quel punto si mette in attesa finché un utente dei Pc infettati accede a uno dei 4.500 siti "bersaglio": ruberà i dati di connessione a banche online, compagnie che emettono carte di credito, casinò online, nonché portali militari e governativi.

giovedì 24 settembre 2009

Vuoi più amici su Facebook? Ora puoi comprarli

uSocial permette di comprare "pacchetti" di amici su Facebook ai quali inviare spam senza pietà. Ognuno farà guadagnare un dollaro al mese.


uSocial vende pacchetti amici per Facebook spam

Anche l'amicizia si può comprare - o, almeno, quel surrogato di amicizia che ha nome Facebook. Il social network più usato non ha però colpe in questa strana iniziativa; anzi, pare che la osteggi apertamente.

Tutto nasce da un'idea di uSocial, società che si occupa di marketing e pubblicità e ha tutto l'aspetto di chi vuole portare lo spam a nuovi livelli, come se già non bastasse quello esistente.

La procedura è semplice: uSocial mette in vendita "pacchetti" di amici per Facebook; il più economico, che contiene soltanto 1.000 amici potenziali, costa 177 dollari mentre per il più costoso, che arriva fino a 10.000 amici, occorrono 1.167 dollari.

Una volta effettuato l'acquisto, uSocial si incarica di inviare le richieste di amicizia ai contatti "comprati": qualcuno rifiuterà; altri - molti altri, o così lascia intendere uSocial - accetteranno, anche solo per vedere crescere il proprio numero di amici.

Questo sarà l'errore fatale: gli amici compresi nel pacchetto diventeranno i destinatari di pubblicità e promozioni varie; dopotutto è proprio per questo che sono stati messi in vendita.

uSocial ha infatti calcolato che ogni amico su Facebook può far guadagnare fino a un dollaro al mese a chi gli invia pubblicità: moltiplicato per migliaia di amici, diventa una cifra interessante.

Twitter e Digg hanno già accusato uSocial di spam (su Digg, uSocial vende i voti per le notizie) e hanno preso le misure atte a tenerlo lontano dai propri servizi; Facebook si sta preparando a fare altrettanto.

Non è poi chiaro come uSocial si procuri i contatti, né se questi siano reali, né come abbia calcolato il famigerato "dollaro al mese".

Gravi falle nelle applicazioni per Facebook

Alcune vulnerabilità di tipo cross-site scripting mettono in pericolo gli utenti. Tra i rischi c'è il download inconsapevole di trojan.


Facebook falla applicazioni Unu Newscloud Reifman

Unu, l'hacker rumeno che qualche tempo fa ha scoperto e segnalato le falle presenti nel sito di Kaspersky e in quello di BitDefender, ha segnalato la presenza di vulnerabilità di tipo cross-site scripting in alcune applicazioni per Facebook.

In particolare, Unu ha indicato delle falle presenti in cinque applicazioni sviluppate da Newscloud, ma ha affermato che il problema è generale e non riguarda soltanto quegli specifici software.

La presenza delle vulnerabilità ha come effetto l'esposizione agli attacchi di una directory scrivibile e l'accesso alla linea di comando, "dalla quale è possibile fare praticamente tutto" come spiega Unu: i rischi conseguenti sono molto vari e vanno dalla possibilità di redirigere i visitatori verso siti pericolosi alla presenza di programmi che scaricano trojan sui Pc degli utenti.



Newscloud - il cui Ceo, Jeff Reifman, è un ex dipendente di Microsoft - è subito intervenuta bloccando le applicazioni vulnerabili in attesa di risolvere i problemi segnalati.

mercoledì 23 settembre 2009

Digitale terrestre, attenti al decoder

Non tutti i decoder sono uguali. Con lo zapper non si vedono i canali a pagamento, per l'HD ci vuole un modello speciale. All'orizzonte il decoder unico.


Digitale terrestre decoder HD Rai sportello Torino

Piemonte occidentale, Lazio e Campania saranno le ultime regioni a fare lo stesso nel 2009 e, all'inizio del prossimo anno, toccherà a Piemonte orientale e Lombardia.

Così l'abbandono della televisione analogica si concretizza sempre più e, accanto alle sbandierate nuove possibilità, si palesano i problemi e gli inconvenienti che il passaggio porterà con sé.

Per far fronte ai dubbi e alle questioni del Piemonte occidentale, che spegnerà il vecchio segnale il prossimo 24 settembre, la Rai ha attivato uno sportello a Torino, aperto dalle 8.30 alle 22.00 da domani fino a sabato 26.

Il luogo prescelto è il Palazzo della Radio in via Verdi 31; poi, da lunedì 28 e fino a venerdì 2 ottobre, gli orari cambieranno: dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 17.

Sempre al fine di non generare confusione negli utenti, prossimamente nei negozi dove si possono acquistare i decoder ogni modello sarà accompagnato obbligatoriamente da un'etichetta esplicativa che indichi chiaramente le sue caratteristiche e possibilità.

L'acquisto di un decoder non è cosa da poco, considerato il numero di modelli esistenti e la differenza tra i servizi che offrono.

Quelli base, denominati zapper, consentono soltanto di vedere i canali in chiaro; man mano che ci si sposta verso esemplari più evoluti spunta la possibilità di accedere ai canali a pagamento e ai canali che trasmettono in alta definizione.

Già dalla fine di quest'anno la Rai ha intenzione di iniziare le prime trasmissioni in HD: chi possiede un decoder "normale", che supporta soltanto la risoluzione standard, non potrà visualizzarle e naturalmente, oltre al decoder, serve un televisore opportunamente attrezzato.

Così i particolari cui deve prestare attenzione chi voglia continuare a guardare la Tv nei prossimi mesi aumentano, e in molti si augurano che l'Agcom dica una parola chiara a favore del decoder unico sul quale starebbe meditando.

Pare che l'autorità abbia tra le mani un dispositivo in grado di visualizzare sia il segnale del digitale terrestre che quello della piattaforma satellitare Sky, del quale starebbe valutando la bontà e che potrebbe risolvere parecchi problemi agli utenti.

martedì 22 settembre 2009

I film li vedremo su YouTube? Forse

YouTube spinge per accordarsi con le major cinematografiche. Potremo affittare i film online e vederli in streaming il giorno di uscita del Dvd.


YouTube affitta film in streaming 3,99 dollari

Se riuscisse a ottenere i necessari accordi, YouTube potrebbe dare il colpo di grazia alla vendita di contenuti su supporto fisico (Cd, Dvd e Blu Ray Disc).

Secondo il Wall Street Journal Google è in trattative con diverse major per affittare film in streaming tramite YouTube: al momento starebbe valutando un accordo con Warner Bros., Sony, MGM e Lions Gate.

L'idea prevederebbe il pagamento di 3,99 dollari per poter vedere un film una sola volta; da parte di Google ci dovrebbe naturalmente essere l'impegno a vietare qualsiasi possibilità di conservare il contenuto sul disco da parte degli utenti.

Qualora l'accordo andasse in porto "alcuni titoli potrebbero essere disponibili sul sito lo stesso giorno in cui escono in Dvd", almeno stando a quanto riporta il Wall Street Journal.

In un'ulteriore evoluzione, YouTube potrebbe avvicinarsi alla televisione, trasmettendo film gratuitamente ma inframmezzandoli con spot pubblicitari.

Grazie alla propria fama, YouTube potrebbe riuscire là dove servizi analoghi pur avendo ottenuto successo non sono riusciti a cambiare completamente le abitudini dei consumatori.

lunedì 21 settembre 2009

Sony annuncia i televisori 3D

Già l'anno prossimo il colosso giapponese metterà in produzione i primi apparecchi che supporteranno le immagini tridimensionali in alta definizione.


Sony televisori 3D entro 2010 Bravia Blu Ray Disc

Chi ha appena acquistato un televisore Full HD non si mangi le mani: inizialmente i prezzi saranno probabilmente proibitivi anche per chi non bada a spese o quasi.

In ogni caso, se tutto andrà bene dalla fine del 2010 Sony inizierà già a produrre i primi televisori in grado di mostrare le immagini in tre dimensioni, che per l'azienda giapponese rappresentano il futuro dell'intrattenimento domestico.

"Il treno del 3D è sul binario e noi siamo pronti a farlo entrare nelle case" ha dichiarato Howard Stringer, amministratore delegato di Sony, che prevede un aumento della domanda non appena i televisori 3D raggiungeranno il mercato.

Se per il momento la tecnologia tridimensionale è appannaggio dei cinema, tra poco più di un anno nei salotti appariranno i primi televisori Bravia dotati di due pannelli (che supporteranno l'alta definizione fino a 1080p) per visualizzare le immagini destinate rispettivamente all'occhio destro e all'occhio sinistro con un framerate elevato.

Il supporto 3D verrà immediatamente esteso anche ai portatili Vaio e alla PlayStation 3, anche se in questo campo le informazioni sono ancora tenute segrete, così come i dettagli sulla tecnologia che Sony ha intenzione di implementare nei televisori.

Sony ha ottenuto anche l'appoggio della Blu Ray Disc Association - piuttosto scontato, per la verità - che sta già lavorando per integrare contenuti tridimensionali sui BD dei prossimi anni unitamente ai tradizionali contenuti 2D.

Forse sarà proprio la possibilità di vedere i film in 3D - soprattutto se sarà adottato un sistema che non necessita di occhiali, a dare una scossa positiva alle vendite dei Blu Ray.

Cambiare operatore in tre giorni

Il Consiglio di Stato sancisce che la l'utente non deve aspettare più di tre giorni per cambiare gestore di telefonia mobile. L'Unione Europea vorrebbe addirittura la number portability in 24 ore.


AgCom number portability in tre giorni

Il Consiglio di Stato ha deciso: per passare da un gestore di telefonia mobile all'altro un utente deve attendere al massimo per tre giorni e non cinque o addirittura 33 come avrebbero voluto Tim e Vodafone.

Inizialmente l'AgCom aveva già deciso che i tempi per la portabilità dovessero essere ridotti a soli tre giorni, anziché cinque com'era in origine.

Telecom e Vodafone si era opposte, facendo ricorso al Tar del Lazio, il quale aveva bloccato la delibera dell'AgCom e accolto la richiesta delle compagnie, secondo le quali sarebbero stati necessari addirittura 33 giorni per la number portability: tre per il passaggio e 30 di preavviso.

L'Autorità Garante per le Comunicazioni si è quindi rivolta al Consiglio di Stato, il quale le ha dato ragione: per passare da un provider all'altro non devono essere necessari più di tre giorni.

La sentenza diventa ancora più significativa se si considera che normalmente, nonostante tutte le norme e le indicazioni, per il passaggio sono necessari almeno 15 giorni.

Ora è inoltre possibile compiere un'operazione che dovrebbe essere ovvia: portare con sé il proprio credito da un operatore all'altro.

Fino a ieri andava perso: da oggi il credito seguirà l'utente nella migrazione, salvo una quota (da 1 a 1,6 euro) che servirà a coprire i costi di gestione.

Sia AgCom che le associazioni dei consumatori premono per ridurre quest'ultimo balzello mentre all'orizzonte si profilano le ultime decisioni dell'Unione Europea, che si prepara a imporre una riduzione dei tempi a sole 24 ore.

domenica 20 settembre 2009

Una Svizzera piu sfuocata su Street View

Google sfocherà ulteriormente le fotografie scattate in territorio elvetico. "Lì le targhe sono più grandi" è la motivazione ufficiale.


Google Street View Svizzera più sfocata targhe

Street View non scomparirà dalla Svizzera: Peter Fleischer, consigliere globale di Google per la privacy, ha convinto le autorità elvetiche a non bandire il servizio, a patto che vengano introdotte alcune migliorie.

Dal momento che il principale motivo di lamentele da parte di Hans Peter-Thur, Incaricato federale per la protezione dei dati, è lo scarso impegno che Google metterebbe nello sfocare i volti dei passanti e le targhe automobilistiche, Fleischer ha promesso che per la Svizzerà verrà indetta una campagna di sfocamento aggiuntiva.

Il motivo ufficiale è che le targhe svizzere sono più grandi di quelle degli altri Paesi e pertanto necessitano di una cura maggiore per diventare irriconoscibili.

Prevedendo tuttavia che il resto del mondo prima o poi protesterà per questo trattamento di preferenza, Fleischer ha messo le mani avanti: prossimamente Google provvederà a sfocare ulteriormente anche le fotografie prese nelle altre nazioni.

sabato 19 settembre 2009

Telecom Italia licenzia per un'email

Un impiegato è stato licenziato per aver inviato una mail ai colleghi in cui consigliava loro di richiedere il proprio fascicolo personale.


telecom italia licenziato email

E' successo in piena estate, come spesso accade in Telecom Italia. G.M., un impiegato della direzione generale dell'azienda, settore Rete, con qualifica di quadro, ha inviato un'email a un gruppo ristretto di colleghi.

Nella mail era allegato un comunicato sindacale dell'UGL-Comunicazioni che, come quello di altre organizzazioni sindacali, criticava duramente il sistema interno di valutazione, recentemente riformato dal nuovo capo del personale, prevedendo delle quote fisse (rigidamente prederminate) di dipendenti che devono risultare "non corrispondenti alle attese".

G.M. chiosava il comunicato dicendo che questo tipo di nuova valutazione potrebbe rischiare di creare delle sacche di soggetti che poi potrebbero essere licenziati nel quadro del taglio degli organici, circa 4.000 unità entro il 2011, che Telecom Italia aveva annunciato di voler attuare, ricorrendo già da settembre all'utilizzo di ammortizzatori sociali come i contratti di solidarietà.

Per questo il lavoratore invitava i suoi colleghi a richiedere il proprio fascicolo personale, che contiene valutazioni positive e negative accumulatesi negli anni, da parte dei superiori, come è stato previsto da un'apposita delibera (che riguarda tutti i lavoratori, non solo Telecom) del Garante della privacy.

Nel caso in cui la direzione di Telecom Italia avesse opposto un rifiuto, si invitavano i destinatari della lettera ad adire, anche aggregandosi, le vie legali.

L'email è stata letta anche da qualcuno che ha voluto portarla a conoscenza della direzione Telecom Italia che ha inviato una lettera a G.M. sospendendolo immediatamente dal servizio e contestandogli di aver inviato, in orario di lavoro, da un Pc dell'azienda, utilizzando la posta elettronica aziendale una lettera che sollecitava un'iniziativa collettiva: questo sarebbe in contrasto con la policy aziendale Telecom che proibisce l'uso della mail aziendale per promovuore campagne politiche o sociali, petizioni e cose del genere.

Inoltre, con questa mail il dipendente avrebbe sobillato i colleghi ad assumere iniziative collettive contro l'azienda, anche se, in realtà, aveva solo ricordato la possibilità di esercitare un diritto previsto, codificato e legale e solo in caso di violazione a utilizzare la via giudiziaria, comunque legale e non violenta. Ad aggravante del tutto, secondo Telecom Italia, ci sarebbe la mancanza di fiducia nel management aziendale e il fatto che il lavoratore in questione ricopra la qualifica di quadro.

Telecom Italia, trascorsi i 10 giorni di prammatica dalle giustificazioni presentate dal dipendente, lo ha convocato e lo ha licenziato. L'ex dipendente è ricorso alla magistratura contro questo provvedimento, certamente discutibile in merito alla libertà di espressione sui luoghi di lavoro, che rischia di essere un pericoloso precedente.

venerdì 18 settembre 2009

Windows Mobile 6.5 sbarca su Htc Touch 2

Il primo smartphone dotato del sistema operativo di Microsoft "Phone" è di Htc. Manco a dirlo, è un touchscreen.


Htc Touch 2 Windows Mobile 6.5

Non appena Microsoft ha annunciato la disponibilità di Windows Mobile 6.5 a partire dal prossimo 6 ottobre, i produttori di smartphone hanno iniziato a svelare le proprie offerte basate sul nuovo sistema operativo.

La più veloce è stata Htc che ha rivelato l'esistenza di Touch 2, un telefonino dotato del processore Qualcomm Msm7225 a 528 MHz, accompagnato da 256 Mbyte di Ram a 512 Mbyte di Rom (l'espansione è affidata allo slot MicroSd).

Il display, ovviamente touchscreen, ha una diagonale da 2,8 pollici (con una risoluzione di 240 x 320 pixel) mentre la fotocamera arriva a 3,2 megapixel ed è dotata di autofocus.

Per quanto riguarda la connettività, il Touch 2 supporta Hsdpa, Wi-Fi e Bluetooth 2.1 con Edr e A2dp; il peso complessivo è di 110 grammi, mentre le misure sono 104 x 55 x 12,9 millimetri.

Dal punto di vista del software, oltre al già citato Windows Mobile 6.5 bisogna segnalare l'integrazione con Google Maps, YouTube e Facebook e la disponibilità dei servizi MyPhone per la sincronizzazione dei dati e Marketplace per il download delle applicazioni.

L'interazione con l'utente è affidata all'interfaccia TouchFlo 3D.

Htc Touch 2 sarà disponibile dal 6 ottobre a un prezzo ancora da definire ma che dovrebbe aggirarsi intorno ai 300 euro.

Sony: "Tra un anno i primi televisori 3D"

Entro la fine del 2010 l'azienda giapponese produrrà i primi apparecchi che supporteranno le immagini tridimensionali in alta definizione.


Sony televisori 3D entro 2010 Bravia Blu Ray Disc

Chi ha appena acquistato un televisore Full HD non si mangi le mani: inizialmente i prezzi saranno probabilmente proibitivi anche per chi non bada a spese o quasi.

In ogni caso, se tutto andrà bene dalla fine del 2010 Sony inizierà già a produrre i primi televisori in grado di mostrare le immagini in tre dimensioni, che per l'azienda giapponese rappresentano il futuro dell'intrattenimento domestico.

"Il treno del 3D è sul binario e noi siamo pronti a farlo entrare nelle case" ha dichiarato Howard Stringer, amministratore delegato di Sony, che prevede un aumento della domanda non appena i televisori 3D raggiungeranno il mercato.

Se per il momento la tecnologia tridimensionale è appannaggio dei cinema, tra poco più di un anno nei salotti appariranno i primi televisori Bravia dotati di due pannelli (che supporteranno l'alta definizione fino a 1080p) per visualizzare le immagini destinate rispettivamente all'occhio destro e all'occhio sinistro con un framerate elevato.

Il supporto 3D verrà immediatamente esteso anche ai portatili Vaio e alla PlayStation 3, anche se in questo campo le informazioni sono ancora tenute segrete, così come i dettagli sulla tecnologia che Sony ha intenzione di implementare nei televisori.

Sony ha ottenuto anche l'appoggio della Blu Ray Disc Association - piuttosto scontato, per la verità - che sta già lavorando per integrare contenuti tridimensionali sui BD dei prossimi anni unitamente ai tradizionali contenuti 2D.

Forse sarà proprio la possibilità di vedere i film in 3D - soprattutto se sarà adottato un sistema che non necessita di occhiali, come quello proposto allo scorso Sat Expo - a dare una scossa positiva alle vendite dei Blu Ray.

giovedì 17 settembre 2009

La Germania dice no a Google Books

L'accordo tra Google e gli editori violerebbe le leggi sul copyright e danneggerebbe Europeana, la biblioteca online europea. L'Italia ci ha pensato?


Germania si oppone a Google Books copyright

Per ogni soggetto pronto a fare ponti d'oro a Google Books sembra che ci sia qualcun altro deciso a opporsi strenuamente all'opera di digitalizzazione dei libri.

Venerdì 4 settembre è l'ultimo giorno utile per opporsi alla decisione del tribunale che ha posto fine all'antico contenzioso con gli editori americani, dando il via libera ufficiale alla scansione del materiale da parte di Google.

Sebbene l'accordo con gli editori valga solo negli Stati Uniti, la Germania è ben conscia che "Internet non ha confini" - come ha dichiarato il Ministro per la Giustizia Brigitte Zypries - e ha depositato le carte necessarie per opporsi.

"Speriamo che la corte rifiuti l'approvazione dell'accordo, o almeno che escluda gli autori e gli editori tedeschi" ha spiegato il Ministro.

L'accordo violerebbe alcuni trattati internazionali, come il Trattato Ompi sul Diritto d'Autore firmato a Ginevra nel 1996, il quale prevede che ogni autore debba fornire il permesso prima che qualcuno diffonda le sue opere.

Google Books rappresenterebbe poi una minaccia per Europeana, la biblioteca europea online che invece avrebbe un sommo rispetto per i diritti d'autore.

Google, anche se ha incassato l'approvazione degli editori americani, si pone "in contrasto con le leggi nazionali tedesche e le iniziative europee volte a creare una biblioteca mondiale senza scopo di lucro", conclude Brigitte Zypries.

mercoledì 16 settembre 2009

Microsoft presenta Windows 7 Embedded

La prossima versione di Windows per i dispositivi embedded - dai bancomat alle cornici digitali - sarà basata su Windows 7.


Microsoft Windows 7 Embedded Standard 2011
Un bancomat dotato di Windows 2000

Microsoft creerà un'edizione di Windows 7 per praticamente qualsiasi dispositivo: quella per i dispositivi embedded, dai bancomat alle cornici digitali, si chiamerà Windows Embedded Standard 2011.

Una Technical Preview è già nelle mani dei tester e degli sviluppatori, che forniranno a Microsoft il feedback necessario per creare la versione definitiva, prevista per la seconda metà del 2010.

Windows Embedded 2011 supporterà i domini Active Directory, i desktop virtuali, le Cpu a 64 bit, l'interfaccia Aero, la tecnologia Windows Touch per gli schermi sensibili al tocco e anche Internet Explorer 8 e Windows Media Player 12.

Dai dispositivi medici ai navigatori Gps, dalle console per i giochi ai media player portatili fino alle emettitrici di biglietti, praticamente ogni dispositivo potrà essere equipaggiato con la prossima versione di Windows Embedded basata su Windows 7.

La speranza è che, rispetto ai suoi predecessori, la versione 2011 sia meno propensa a mostrare schermate blu.

martedì 15 settembre 2009

Gadget: Poken Scambia I Tuoi Contatti

E’ scoppiata anche in Italia la Poken-mania! I Poken sono dei gadget tecnologici simpaticissimi, che possono essere portati sempre a spasso con noi. Li puoi usare come portachiavi per metterli in tasca, come ciondoli per il tuo cellulare, come porta-fortuna.

Hanno forme tutte diverse ma li accomuna una grande mano che permette loro di scambiare informazioni quando si danno il “cinque”. La funzione principale di un Poken è quella di biglietto da visita elettronico, dinamico e sociale.

Poken
Avvicinando un Poken ad un altro è possibile scambiare i propri contatti: dal numero di telefono all’indirizzo e-mail, dall’indirizzo del proprio sito Internet ai contatti di messaggistica istantanea. Non dovrai portare con te più nessun biglietto da visita cartaceo: i dati verranno scambiati fra i due Poken come per magia.

Per salvare i contatti sul tuo computer, non dovrai fare altro che collegare il tuo Poken alla porta USB del tuo computer. Il Poken si mantiene aggiornato: quando modificherai le tue informazioni e i tuoi contatti, gli aggiornamenti verranno comunicati a tutti i tuoi amici via Web.

Scambio contatti Poken

Per avere maggiori informazioni e per acquistare un Poken, puoi consultare il sito Internet ufficiale.

E' ufficiale, eBay cede il 65% di Skype

La quota di maggioranza passa nelle mani di una cordata d'imprenditori di cui fa parte Marc Andreessen, fondatore di Netscape.


eBay cede 65% di Skype 1,9 miliardi di dollari

Tutte le indiscrezioni sono state confermate: Skype ha cambiato proprietario, lasciando eBay e tornando una società indipendente, pronta a dimostrare il proprio "potenziale per competere in modo efficace nelle comunicazioni online e crescere".

A voler essere precisi, la cessione non è stata totale: la cordata di imprenditori che ora controlla Skype ha acquisito il 65% della società sborsando 1,9 miliardi di dollari in contanti e 125 milioni in obbligazioni.

I nomi degli acquirenti ora sono pubblici: la capofila è Silver Lake Partners, cui si sono unite Index Ventures, Andreessen Horowitz Ventures e Canada Pension Plan Investment Board.

Marc Andreessen ha espresso tutto il proprio entusiasmo per l'operazione definendo Skype "l'archetipo del fenomeno Internet: una tecnologia rivoluzionaria combinata con l'enorme potere della rete".

Chi resta a bocca asciutta in questo caso è Google: aveva già provato ad acquistare Skype quando divenne parte di eBay; ora pare che quest'ultima abbia rifiutato un'altra offerta proveniente proprio da Google. Da Mountain View, comunque, non è arrivato alcun commento.

Probabilmente non gioiranno troppo nemmeno i due fondatori di Skype, Niklas Zennstrom e Janus Friis, che avevano espresso l'intenzione di tornare in possesso della loro creazione, ceduta a eBay nel 2005 per 2,6 miliardi di dollari.

lunedì 14 settembre 2009

A ottobre arriva Windows Mobile 6.5 "Phone"

Interfaccia rivista e un nuovo motore per Internet Explorer Mobile segnano la sfida lanciata da Microsoft a Nokia, Apple e Google.


Microsoft Windows Mobile 6.5 6 ottobre

Dopo un lungo sviluppo - basato anche sul feedback ricevuto dagli utenti della versione precedente - che ha lasciato campo libero agli avversari, Microsoft ha finalmente annunciato la data in cui Windows Mobile 6.5 sarà disponibile.

A partire dal prossimo 6 ottobre l'ultima versione del sistema operativo per smartphone sarà nei negozi a bordo dei dispositivi che lo supportano: già da tempo i produttori di hardware sono pronti a questo passaggio, come testimoniano le proposte di HTC, uno dei marchi più fedeli alla Casa di Redmond.

La nuova versione porta con sé sia migliorie "sotto il cofano", introdotte per migliorare l'efficienza del sistema, sia cambiamenti nelle applicazioni e nell'interfaccia, più facilmente cliccabili con il dito, la nuova barra per lo zoom, semplificare l'accesso alle applicazioni, il rinnovato browser potrà essere installato anche sui dispositivi che eseguono Windows Mobile 6.1 facendo un semplice aggiornamento.

Internet Explorer Mobile è il software che più guadagna dall'aggiornamento, dotandosi di un rivisto motore di rendering; Microsoft vi ha integrato anche il supporto alla tecnologia Adobe Flash Lite.

Gli utenti di Windows Mobile potranno accedere al Windows Marketplace for Mobile, un negozio online da cui scaricare applicazioni sul modello dell'App Store di Apple o delle analoghe iniziative promosse dai vari produttori di smartphone.

La versione 6.5 segna anche il debutto del marchio Windows Phone: per ora, nonostante le voci che ne danno per imminente l'apparizione, ciò non indica uno specifico telefonino prodotto da Microsoft ma è piuttosto un tentativo di dare un impulso alla popolarità del sistema grazie alla familiarità degli utenti con Windows.

Qualunque sia l'accoglienza che il mercato riserverà a Windows Mobile 6.5, Microsoft è ben conscia che in definitiva si tratta ancora di una versione di transizione: la vera rivoluzione dovrebbe avvenire con Windows Mobile 7.

domenica 13 settembre 2009

Scarica Internet Explorer, Microsoft farà beneficenza

Per tutto il mese di settembre Microsoft donerà 2,30 dollari per ogni download di Internet Explorer 8.


Microsoft Browser for the Better Internet Explorer

Lo scorso giugno Microsoft ha lanciato l'iniziativa Browser for the better: per ogni download di Internet Explorer 8 attraverso il sito dedicato al progetto, l'azienda avrebbe donato 1,15 dollari in cibo al banco alimentare fino a un massimo di 1 milione di dollari.

Uno delle finalità dell'iniziativa era spingere gli utenti a sostituire i vecchi Internet Explorer 6 con l'ultima versione, facendo leva sul loro buon cuore e sulla possibilità di compiere un gesto caritatevole.

Ora Microsoft comunica che il programma - la cui conclusione era stata fissata per il mese di agosto - è stato esteso fino alla fine di settembre.

Inoltre, per tutto il periodo rimanente la donazione è stata raddoppiata: non più 1,15 dollari ma 2,30 dollari per ogni download di Internet Explorer 8.

sabato 12 settembre 2009

Licenziata per un'email TUTTA IN MAIUSCOLO

Una donna neozelandese ha perso l'impiego per aver inviato un'email "provocatoria" con il testo in rosso e in maiuscolo.


Vicki Walker licenziata email in maiuscolo

Inviare un'email con il testo in maiuscolo è costato caro a una donna neozelandese, che si è vista licenziare in tronco proprio a causa di questo suo comportamento.

Vicki Walker lavorava come revisore contabile per la ProCare Health quando, dopo aver inviato ai colleghi un'email definita "provocatoria" dall'azienda, ha perso di punto in bianco il proprio impiego.

Secondo l'azienda si è trattato soltanto dell'ultima goccia: la Walker avrebbe tenuto un comportamento irritante e provocatorio per tutta la durata del suo rapporto con la società, esasperando i colleghi solo per il gusto di vederli reagire.

Quando però Vicki ha fatto causa all'azienda per ingiusto licenziamento, l'unica prova che quest'ultima ha saputo portare per supportare le proprie affermazioni è stata proprio quell'unica email.

Secondo quanto dichiarato dalla ProCare alle autorità, la Walker avrebbe provocato "disarmonia" nel posto di lavoro usando una letale combinazione di lettere maiuscole, grassetto e testo in rosso all'interno delle proprio email.

In realtà le armi a disposizione della donna comprendevano anche un'intera frase scritta in blu, in grassetto e completamente in maiuscolo.

Il giudice ha dato ragione alla donna, stabilendo un risarcimento di 6.000 dollari neozelandesi per il periodo in cui è rimasta disoccupata e uno di 11.500 dollari neozelandesi per i danni; in totale Vicki Walker ha ricevuto l'equivalente di quasi 8.450 euro.

"Sono una donna singole, ho un'ipoteca sulla casa che ho dovuto rinegoziare e sono stata costretta a chiedere un prestito a mia sorella per tirare avanti" ha detto la donna. "Mi hanno quasi rovinato la vita".

Vicki Walker, che ora ha trovato un altro impiego, non ha intenzione di chiudere qui la vicenda: ricorrerà in appello per ottenere un risarcimento maggiore.

venerdì 11 settembre 2009

Il Monopoli va online su Google Maps

Monopoly City Streets è una grande partita a Monopoli via Internet che durerà quattro mesi e che coinvolge tutto il mondo.


Google Maps Monopoly City Streets Hasbro Monopoli

Un budget iniziale di 3 milioni di dollari, Google Maps come terreno di gioco e un obiettivo ambizioso: diventare padroni del mondo conquistandolo (o meglio, acquistandolo) strada per strada: sono questi gli elementi fondamentali di Monopoly City Streets, la versione online del famoso Monopoli.

Nato da una collaborazione tra Hasbro e Google, Monopoly City Streets estende la competizione a tutto il mondo e a chiunque abbia accesso a Internet: come nella versione da tavolo lo scopo è comprare le strade - ogni singola strada presente su Google Maps - per costruirvi edifici da cui ottenere delle rendite.

Gli aspiranti monopolisti non si limiteranno a edificare case e alberghi: avranno a disposizione centri sportivi, grattacieli e castelli. Il tutto sarà visualizzato in 3D grazie ai modelli realizzati con SketchUp, il programma di modellazione tridimensionale creato da Google.

Le immancabili carte Imprevisti e Probabilità (qui Chance Cards) renderanno più movimentato il gioco, per esempio piazzando un'orrenda discarica tra i magnifici grattacieli di uno degli avversari.

La partita mondiale - che vedrà sfidarsi insieme concorrenti di tutto il mondo - prende il via mercoledì 9 settembre e si concluderà quattro mesi dopo, quando verrà proclamato il vincitore.

Sony preinstallerà Chrome sui Vaio

Google vuole espandere la base di utenti del proprio browser stringendo alleanze con i maggiori produttori di Pc.


Sony preinstallerà Google Chrome sui notebook Vaio

Tutto sommato, la strategia di Microsoft ha fatto scuola: puntare sulla pigrizia degli utenti - i quali mai e poi mai sostituiranno il software preinstallato, anche se le alternative sono migliori - paga sempre.

Così Google ha stretto un accordo con Sony per promuovere Chrome sui prossimi modelli di portatili Vaio. L'accordo è ufficialmente definito "sperimentale" ma a Mountain View stanno già tastando il terreno con altri produttori.

Al momento Chrome detiene il quarto posto nella classifica dei browser, con una base di utenti pari a circa il 2% dei navigatori (30 milioni di persone).

Il primo posto appartiene a Microsoft (con il 68% delle preferenze), dietro alla quale si posizionano Mozilla con Firefox e Apple con Safari. In quinta posizione viene Opera, che ha appena rilanciato la decima versione dell'omonimo browser.

"Vogliamo esplorare nuove modalità per rendere Chrome accessibile a un maggior numero di persone" ha spiegato un portavoce di Google.

giovedì 10 settembre 2009

Arriva Opera 10 e mette il Turbo alla navigazione

L'ultima versione velocizza le connessioni lente grazie a Opera Turbo e supera a pieni voti il test Acid 3.


Opera 10 Windows Linux Mac OS 10 Turbo

Sono passati più di tre anni da quando Opera Software ha iniziato a pensare alla versione 10 dell'omonimo browser chiedendo agli utenti quali caratteristiche avrebbero voluto vedere incluse e quasi tre mesi dal rilascio della prima beta; finalmente Opera 10 è una realtà.

Anche se non può vantare la diffusione di Internet Explorer e Firefox o il supporto da parte di una grande azienda come Chrome o Safari, il browser norvegese ha sempre avuto la fama di introdurre novità che presto sono servite da ispirazione per la concorrenza.

L'ultima versione, rilasciata proprio oggi per Windows, Linux e Mac Os X, porta con sé sia un rinnovamento dell'interfaccia - migliorando alcune funzioni già introdotto con la serie 9.x - sia un miglioramento delle prestazioni.

Per quanto riguarda l'aspetto, che comprende un nuovo tema di default, la funzionalità Speed Dial (Accesso rapido) ora supporta un maggior numero di anteprime (fino a 25) e offre la possibilità di utilizzare un'immagine di sfondo.

La barra delle schede ha guadagnato ulteriori opzioni: ora è possibile posizionarla su uno qualsiasi dei quattro lati della finestra e, come già avevamo mostrato al tempo della prima beta, può essere espansa per mostrare un'anteprima delle schede.


Rispetto alla versione 9.6, Opera 10 promette di essere fino al 40% più veloce nella visualizzazione delle pagine Web grazie all'ultima evoluzione del motore di rendering Presto, che raggiunge la versione 2.2.

Fa poi il proprio debutto nell'ambiente desktop Opera Turbo, una funzionalità che, se attivata, è in grado di aumentare in maniera sensibile la velocità di navigazione sulle connessioni lente.

Nella pratica, abilitando Opera Turbo le pagine Web non vengono richieste direttamente dal browser; il programma si rivolge invece a un proxy il quale scarica la pagina da visualizzare, la comprime e invia il risultato al browser, il tutto in maniera trasparente per l'utente.

La visualizzazione delle immagini risente degli artefatti da compressione, ma chi è ancora legato a una linea a 56 kbps o naviga tramite il cellulare in Gprs ringrazierà Opera per aver mutuato quest'utile funzione dal browser per i telefonini, Opera Mobile 9.7.

Dal punto di vista delle tecnologie supportate, Opera 10 introduce tra l'altro il supporto ai Web Font (funzionalità che consente di scaricare sui computer degli utenti i font usati dai siti Web, permettendo una maggiore libertà d'uso dei caratteri nella creazione delle pagine) e alla trasparenza come definita nello standard Css 3; nel test Acid 3 ottiene un punteggio di 100/100.

Gli sviluppatori potranno usare una versione aggiornata di Opera Dragonfly, l'insieme di strumenti di sviluppo online dedicati ai webmaster, mentre chi si aspettava l'inclusione di una funzionalità innovativa come Opera Unite dovrà aspettare ancora un po'.

La tecnologia che trasformerà in un server Web qualsiasi computer dotato del browser norvegese sarà disponibile solo quando raggiungerà una maturità sufficiente - molto probabilmente, in uno degli aggiornamenti della serie 10.x.

Prenderà uno dei prossimi treni anche il nuovo motore JavaScript Carakan: anche in questo caso la software house preferisce assicurarsi che tutto funzioni a dovere prima del rilascio. Quando sarà operativo, Carakan permetterà di ottenere prestazioni 2,5 volte superiori a quelle del motore usato in Opera 10.

Google brevetta l'home page

La caratteristica pagina iniziale del motore ora è coperta da brevetto: gli imitatori faranno bene a cambiare design al più presto.


Google brevetta la propria home page

Ispirarsi alla home page di Google - o peggio ancora copiarla spudoratamente - potrebbe costare caro d'ora in avanti: l'Ufficio Brevetti americano ha concesso il brevetto per il design in quanto "interfaccia grafica innovativa".

La vittoria degli avvocati di Google arriva dopo cinque anni e mezzo di insistenza.

Il brevetto copre la struttura di una pagina che comprende una grande casella per le ricerche nel mezzo, due grandi pulsanti al di sotto di essa e diversi piccoli link nelle vicinanze. Minimalistica, pulita, funzionale e brevettata.

Non è ancora chiaro se Google abbia intenzione di usare la nuova arma per spaventare o minacciare i concorrenti, ma in ogni caso ora sarà consigliabile che al più presto cambino aspetto coloro che avevano finito con l'assomigliare al gigante di Mountain View, Yahoo per prima.

Non è certo la prima volta che Google tenta di proteggere le proprie idee facendo ricorso all'ufficio brevetti: nel 2004 ne ha richiesto uno che coprisse la pagina dei risultati.

Yahoo integra BrowserPlus in Messenger 10

La tecnologia che potenzia i browser sarà inclusa nell'installazione di default. BrowserPlus non supporta Linux né Opera.


Yahoo Messenger 10 BrowserPlus

Yahoo è intenzionata a diffondere quanto più possibileBrowserPlus, la tecnologia che fornisce alle applicazioni Web alcune funzioni tipiche di quelle che risiedono sul Pc, come trascinare file dal desktop al browser o fare l'upload di più file in una volta sola.

Per questo nella beta della versione 10 di Yahoo Messenger è presente la possibilità (attivata per default) di installare BrowserPlus insieme al programma. Yahoo ha confermato che il plugin sarà presente sicuramente anche nella versione definitiva.

I sistemi supportati vanno da Windows Xp a Windows 7 e le versioni di Mac Os X 10.4, 10.5 e 10.6. I browser supportati sono Firefox, Safari, Internet Explorer e Google Chrome.

Restano quindi esclusi gli utenti di Linux e quelli che usano Opera.

sabato 5 settembre 2009

Il trojan che registra le telefonate di Skype

Peskyspy salva le chiamate in formato Mp3 e poi le invia via Internet al suo creatore. Salvi solo gli utenti di Linux e Mac Os X.


Skype trojan Peskyspy Unteregger registra chiamate

La sicurezza delle telefonate tramite VoIp ha subito un duro colpo dopo il rilascio di un trojan in grado di registrare le chiamate di skype in formato Mp3, crittografarle e inviarle via Internet.

Il suo autore è il programmatore svizzero Ruben Unteregger, che ha pubblicato sotto Gpl il codice sorgente del proprio lavoro sul sito Megapanzer.

Le società che si occupano di sicurezza sono già al lavoro nella realizzazione delle firme per consentire ai programmi antivirus di riconoscere il trojan, che Symantec ha ribattezzato Peskyspy.

F-Secure fa inoltre sapere che il programma di Unteregger, oltre a registrare le chiamate e inviarle alla prima occasione, è dotato anche di funzionalità di backdoor.

La possibilità di scaricare il codice sorgente del trojan espone al rischio che da adesso inizino a proliferare molte varianti personalizzate di questo malware, mentre Unteregger non vede particolari problemi.

Già prima di rivelare al mondo il codice aveva detto in un'intervista: "Il codice sarà pubblicato, sarà analizzato non appena caricherò i binari, le compagnie antivirus creeranno le fime, il malware sarà identificato, fermato e cancellato, se cercherà di infettare un sistema".

Le uniche a essere contente dell'esistenza di Peskyspy saranno probabilmente le forze dell'ordine tedesche, da tempo preoccupate dall'impossibilità d intercettare skype.

Il loro peggior problema consisterà probabilmente nel dover ascoltare tutte le conversazioni prima di scovare qualcosa di utile.

In ogni caso, il software di Unteregger è un problema solo per chi usa Skype sotto Windows: Linux e Os X sono immuni da questo malware.

venerdì 4 settembre 2009

Google Maps mostra il traffico sul telefonino

La versione Mobile di Google Maps permette di ricevere informazioni in tempo reale sul traffico nelle principali arterie cittadine.


Google Maps for Mobile traffico My Location

La versione di Google Maps dedicata agli smartphone - Google Maps for Mobile - si arricchisce di una nuova funzione che la rende ancora più utile: ora è in grado di segnalare il livello del traffico presente sulle strade.

Questa funzione era già disponibile per le autostrade ma ora è stata estesa anche alle principali arterie cittadine.

L'indicazione avviene colorando in modo diverso le strade: il verde serve a segnalare una strada per niente o poco trafficata; il giallo avvisa di una situazione un po' affollata e il rosso consiglia di stare alla larga da una zona già congestionata.

Per conoscere la situazione del traffico Google si basa sui dati raccolti - automaticamente e in forma anonima - grazie agli utenti del servizio My Location, che sfrutta le celle telefoniche (o il Gps, se presente) per stabilire la posizione dei telefonini, e quindi dei loro proprietari.

Parte dei dati raccolti da My Location - e inviati a Google - è rappresentata dalla posizione e dalla velocità di spostamento dei cellulari: elaborando queste informazioni è possibile ottenere una stima sulla quantità di traffico.

Questo servizio non è purtroppo compatibile con l'iPhone. Al momento è attivo negli Usa, in Francia, nel Regno Unito e in Cina.

giovedì 3 settembre 2009

Nokia N900, lo smartphone basato su Linux

Il sistema operativo Maemo 5, derivato da Debian, permette il multitasking e usa un browser sviluppato su tecnologia Mozilla che supporta anche Flash.


Nokia N900 Maemo 5 Linux Arm Cortex A8

Nokia ha presentato ufficialmente N900, l'ultimo nato della famiglia degli Internet Tablet che vuole portare l'esperienza di navigazione e le prestazioni di un Pc su un dispositivo grande quanto un telefonino.

È difficile definire i dispositivi di questa serie: il Nokia N900 ambisce a riunire insieme le funzioni di Mobile Internet Device, smartphone e Tablet Pc.

Il cuore dell'N900 è un processore Arm Cortex A8 assistito da 1 Gbyte di Ram e 32 Gbyte di spazio di memorizzazione (espandibili fino a 48 Gbyte tramite scheda MicroSd); supporta anche l'accelerazione grafica OpenGL ES 2.0.

Esternamente assomiglia a uno smartphone full touch con tastiera Qwerty a scomparsa e dotato di fotocamera da 5 megapixel.

Il sistema operativo prescelto per questo prodotto non è Symbian ma Maemo 5, creatura open source basata su Linux e in particolare sulla distribuzione Debian.

Google chiude due falle in Chrome

La versione 2.0.172.43 chiude due falle, una delle quali nel motore JavaScript V8.


Vulnerabilità Google Chrome 2.0.172.43

Google ha rilasciato un aggiornamento di sicurezza per la versione stabile di Chrome al fine di correggere una vulnerabilità nel motore JavaScript V8.

Le versioni precedenti alla 2.0.172.43 soffrono di un bug che, se sfruttato, consente a un sito Web l'esecuzione di codice arbitrario tramite JavaScript.

Lo stesso aggiornamento pone rimedio anche a un'altra falla, questa volta relativa alla gestione di pagine Xml e che può portare a un crash della scheda del browser e all'esecuzione di codice arbitrario all'interno della sandbox di Chrome.

I dettagli sulle vulnerabilità non sono ancora stati diffusi: lo saranno soltanto quando la maggioranza degli utenti sarà in possesso della versione aggiornata del browser.

Nielsen: "La metà degli italiani non usa Internet"

Un italiano su due non naviga. Quelli che lo fanno non approfittano dell'offerta culturale e di intrattenimento della Rete.


Nielsen metà italiani non naviga in Internet

Negli ultimi due anni, l'utilizzo di Internet in Italia ha mostrato una crescita intensa: i nostri connazionali che si connettono alla Rete sono aumentati di cinque milioni, raggiungendo un totale di 28 milioni.

In termini assoluti, però, il nostro Paese non è messo tanto bene: ancora quasi la metà della popolazione con più di 14 anni (il 45%, a essere precisi) ignora Internet, come peraltro anche nu'indagine della Camera dei Deputati ha recentemente rilevato.

I dati odierni, che saranno ufficialmente presentati il prossimo 18 settembre a Milano, arrivano da Nielsen, che ha intervistato un campione rappresentativo della popolazione italiana, composto da 8.500 individui.

Non solo la metà degli italiani non si interessa a Internet; quelli che accedono alla Rete lo fanno "in modo superficiale, fine a sé stesso", ignorando "l'offerta ricca e articolata di contenuti culturali e di intrattenimento".

Chi naviga spesso non ha un fine ma si muove soltanto per svago, in maniera "ludica", persino a casaccio, senza approfittare delle possibilità offerte da Internet.

mercoledì 2 settembre 2009

Sorpresa: anche il Dna si può falsificare

Fabbricare in laboratorio prove false per il test del Dna è facile ed economico: lo dimostra un team di ricercatori israeliani.


Fabbricare false prove del Dna Frumkin Nucleix

Se c'è un sistema che - almeno secondo l'opinione pubblica - può provare la colpevolezza o l'innocenza di un sospettato è la cosiddetta prova del Dna.

La presenza di campioni di Dna di una data persona sulla scena di un crimine collegano detta persona a quanto avvenuto in quel luogo senza possibilità di errore o falsificazione. Questo, almeno, era quello che si pensava finora.

Il dottor Frumkin - fondatore della Nucleix, una società con sede a Tel Aviv - ha scoperto e mostrato come sia invece relativamente facile falsificare una prova del Dna, sostituendo al materiale genetico originale quello di un'altra persona.

Frumkin ha ideato due diverse tecniche. La prima prevede l'uso di un piccolo campione (proveniente magari da un capello, o anche da un mozzicone di sigaretta) del Dna che si vuole sostituire a quello originale.

Per provare l'efficacia di questo sistema, i ricercatori israeliani hanno preso un campione di sangue appartenente a una donna, hanno rimosso i leucociti (che contengono il Dna) con una centrifuga e poi hanno aggiunto il Dna proveniente dal capello di un uomo, ottenuto con una tecnica standard chiamata amplificazione genomica.

Poi hanno inviato il campione alterato a un laboratorio americano che si occupa di analisi forense, che l'ha analizzato normalmente e riconosciuto come appartenente all'uomo.

L'altra tecnica è anche più inquietante, perché non necessita del Dna di una terza persona: è in grado di ricrearlo usando i profili del Dna contenuti nei database delle forze dell'ordine, basati sulla collezione di frammenti di Dna.

Una collezione di 425 diversi frammenti di Dna - dicono gli scienziati - è sufficiente per ricreare qualunque profilo.

Questa scoperta ha immediatamente scatenato la preoccupazione di chi si occupa dell'identificazione delle persone tramite Dna.

"È più facile porre su una scena del crimine del Dna che non delle impronte digitali" ha detto Tania Simoncelli, consigliere scientifico dell'associazione American Civil Liberties Union, preoccupata del fatto che "stiamo creando un sistema giudiziario che si affida sempre più a queste tecnologia".

Anche l'Italia, recentemente, ha deciso di dotarsi di un database nazionale del Dna: l'ha istituito la legge numero 85/2009 approvata dal Parlamento lo scorso 30 giugno.

La normativa sta tra l'altro facendo discutere gli esperti di legge per le lacune che presenterebbe: pare che non includa indicazioni per la custodia dei campioni biologici (al fine di evitare contaminazioni o sostituzione) né sulle autorizzazioni da possedere per consultare il database.

A fronte di tutto ciò le scoperte del dottor Frumkin destano ancora maggiori preoccupazioni. A mitigarle ci sono due considerazioni: la prima è quella enunciata da John M. Butler, del National Institue of Standards and Technology americano il quale, seppure impressionato "dall'abilità nel creare falsi profili di Dna" non crede che "il criminale medio sia in grado di farlo".

L'altra viene da Frumkin stesso. I campioni fasulli presentano, in quanto amplificati, un'unica differenza rispetto a quelli autentici: mancano di una modifica chimica chiamata metilazione.

Facendo quindi ulteriori test - lunghi e laboriosi, ma standard - è ancora possibile identificare i campioni manomessi, almeno finché anche questo ostacolo non sarà superato.

martedì 1 settembre 2009

Google Books digitalizzerà le biblioteche italiane

Con il benestare del Ministero dei Beni Culturali, Google metterà online i libri di 47 biblioteche, tra cui quelle di Firenze e Roma.


Biblioteche italiane sul web Google Books Resca

Mentre in America Google Books incontra opposizioni e difficoltà, da noi il Ministero per i Beni e le Attività Culturali si prepara a stringere un accordo con il maggior motore di ricerca per digitalizzare il contenuto delle biblioteche italiane.

L'annuncio viene dal direttore generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale, Mario Resca, che ha illustrato le finalità del progetto: "prendere lo sterminato patrimonio delle quarantasette biblioteche gestite dal ministero - fra cui ci sono le due biblioteche nazionali, quella di Roma e quella di Firenze - e metterlo in Rete".

In realtà il Ministero aveva già avviato un progetto di digitalizzazione del materiale, ma i tempi che il sistema attuale richiedere sono biblici.

Secondo Resca la partnership con Google consentirà di accelerare drasticamente il lavoro che, tra l'altro, non costerà nulla all'Italia: tutte le spese dovrebbero essere a carico di Google stessa.

Così si potranno raggiungere in maniera rapida ed economica tre obiettivi: "digitalizzare e diffondere nel mondo questo enorme tesoro italiano; poterlo conservare; promuovere la conoscenza e renderla accessibile a tutti".

L'opera di digitalizzazione consentirà di preservare il contenuto delle opere anche in caso di disastri: Resca cita l'alluvione di Firenze, che costò la perdita di diversi testi.

Dal canto proprio, Google si dice molto soddisfatta dell'interesse italiano per il progetto Books. Ora non resta che aspettare la definizione dei dettagli dell'accordo.