lunedì 24 agosto 2009

Perseguitato dalla mafia e da Apple

Con la "complicità" di Apple, la mafia perseguiterebbe un modello ritrosetto; ma è una storia tutta da ridere.


mela

Il debutto è tuttavia serissimo: secondo un esposto presentato a un giudice del Missuri, la casa di Cupertino in accordo con l'Onorata Società di New York si sarebbe resa colpevole di minacce, stalking e torture psicologiche.

Sono così serviti tutti quelli che accusano le persone di razza bianca caucasica di essere freddi e privi di fantasia nella vita sociale e privata; a risollevarne le sorti nell'immaginario collettivo ci ha pensato un certo Gragory McKenna, che stando a quanto pubblica Apple Insider, sostiene di essere psicologicamente e in continuazione aggredito perché, a causa forse della sua avvenenza, alla fine si decida a far parte dell'equipe di modelli gestiti dalla mafia d'oltre oceano.

Sostiene infatti il McKenna di ricevere, tramite le apparecchiature Apple in suo possesso ma altresì sulle automobili sue e della madre, tutte opportunamente modificate, continue minacce, larvate o in codice, dopo aver rifiutato l'invito rivoltogli tempo prima da mafiosi d'origine italiana che volevano obbligarlo a diventare uno di quei "modelli" forzosamente arruolati e gestiti dalla criminalità americana.

La cosa più assurda è che il ricorrente sostiene addirittura che Apple abbia appositamente modificato alcuni brani musicali in vendita su iTunes, in particolare un brano del rapper Mike Jones, che ricorrentemente è costretto a subire, a partire dai portatili Apple che possiede per finire con le auto di sua proprietà e persino quando viaggia su quella della madre.

Con il produttore di Cupertino sono (ovviamente) finiti nel mirino la polizia di Los Angeles, "rea" di non aver dato ascolto alle lamentele dell'uomo, l'FBI e il meccanico "di fiducia". Bisogna ammettere che, nell'insieme, è comunque pubblicità per i prodotti Apple, che evidentemente vantano capacità multimediali oltre ogni ragionevole aspettativa.

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