domenica 30 marzo 2014

La morte di Windows XP colpisce duramente i bancomat

Quasi tutti i bancomat usano ancora il vecchio sistema operativo e non saranno aggiornati.



Come ormai tutti dovrebbero sapere, manca meno di un mese alla fine del supporto per Windows XP.
A partire dal prossimo 8 aprile Microsoft non rilascerà più aggiornamenti per l'anziano sistema operativo: ciò significa che le falle eventualmente individuate da quel giorno in avanti resteranno aperte.
Il problema è che, a dispetto dell'età, Windows XP è ancora ampiamente usato: quasi il 30% dei computer di tutto il mondo lo adopera ancora.



bancomat windows xp


Quando si fa un conto del genere, generalmente si pensa ai PC tradizionali, poggiati su una scrivania, o ai notebook; dimenticando così che anche moltissimi bancomat utilizzano Windows XP.
Per la precisione, si calcola che dei 2,2 milioni di bancomat presenti nel mondo ben il 95 ancora funzioni grazie a un sistema operativo rilasciato nel 2001; inoltre, appena un terzo di questi saranno aggiornati a versioni più recenti del sistema operativo entro l'8 aprile.
Le ragioni del mancato aggiornamento della maggior parte delle macchine sarebbero da ricercare negli elevati costi che un massiccio update comporterebbe: la londinese SunGard Consulting ritiene che per portare a termine questa operazione in tutti i maggiori istituti bancari del Regno Unito occorrano tra i 50 e i 60 milioni di sterline (tra i 60 e i 70 milioni di euro).
In molti casi il problema principale non è tanto l'aggiornamento del software quanto il fatto che anche l'hardware è vetusto e deve essere sostituito (per esempio abbandonando tutte quelle macchine che non riconoscono le tessere con i chip): il passaggio a una nuova versione di Windows diventa quindi l'occasione per farlo, ma i costi lievitano.
Già oggi i bancomat sono tra i bersagli preferiti dagli hacker: possiamo quindi immaginare che la tentazione di sfruttare una falla ancora non conosciuta e che non sarà mai corretta da Microsoft diventerà irresistibile tra meno di 30 giorni.
Per evitare un tale scenario, le banche hanno soltanto un'unica strada oltre all'aggiornamento: pagare Microsoft affinché prolunghi il supporto, in esclusiva per loro.


Una portavoce dell'azienda di Redmond ha in effetti confermato che alcune banche hanno fatto delle richieste in tal senso. Naturalmente Microsoft non è un ente di carità, e per offrire questo servizio si farà pagare.
Anche qualche istituto ha ammesso che, non avendo potuto aggiornare i bancomat per questioni di costi, ha assunto Microsoft per continuare a proteggere le preziose macchine; né avrebbe potuto negarlo, poiché l'alternativa sarebbe stato far credere ai clienti che avrebbe lasciato i bancomat senza protezione.
Lloyds è tra questi, anche se ha preferito non specificare la cifra che verserà a Microsoft: l'accordo prevede il rilascio di patch e aggiornamenti fino al 2016, anno in cui l'upgrade delle oltre 7.000 macchine dovrebbe essere completato.
Altre banche che hanno concluso le trattative con Redmond o che sono vicine a farlo sono la Bank of AmericaBarclaysJPMorgan e RBS, ma l'elenco potrebbe continuare a lungo.
Doug Johnson, vicepresidente della American Bankers Association, cerca di indorare la pillola: «A nostro favore c'è il fatto che XP è stato reso più robusto dalle battaglie. La gente trarrà vantaggio da anni di perfezionamento di XP... ha affrontato diverse guerre».

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